Quando mezza Italia era stata già liberata, ma l'altra
metà era ancora in mano tedesca, chi può dimenticare
i messaggi in codice dati dalle radio alleate
ai partigiani, "Antonio ha tre galline nella
bisaccia”, “Il vento soffia da
est a mezzanotte"… Ed è proprio
in questo periodo che in Sardegna comincia a trasmettere la
prima radio libera.
Nell'isola gli alleati sbarcano
senza combattere. I tedeschi l'hanno abbandonata quasi
senza combattere per trasferirsi in Corsica. Subito, con i
mezzi militari, si organizza un'emittente
chiamata Radio Sardegna. Nella penisola la
guerra ancora infuria. Tra gli ufficiali che sono di stanza
in Sardegna e i giornalisti locali i comandi ricavano una
redazione che comincia subito la sua battaglia
di libertà. Era la prima radio della nuova
Italia, la stazione di trasmissione era a Bortigali e poi
a Cagliari.
Radio Sardegna viene ricevuta anche su
gran parte della penisola e partecipa – anche grazie
all'aiuto che americani e inglesi danno in mezzi tecnici
attraverso il loro PWB (l'ufficio per la guerra psicologica)
– alla guerra di liberazione.
In quella redazione si formano numerosi giornalisti che poi
avranno grande fama anche in campo nazionale come Jader
Jacobelli che ha cominciato a Radio Sardegna la sua
avventura giornalistica.
Così anche cantanti, suonatori, fantasisti hanno
cominciato in questa radio di guerra. Un nome per tutti: Fred
Buscaglione esordì su Radio Sardegna oltre
che nella compagnia di rivista per militari.
Quando la radio fu smilitarizzata continuò
nella sua opera dando un grande impulso nella cultura sarda
e al dibattito che i rinati partiti democratici alimentavano
sull’autonomia regionale e la nuova forma dello stato.
Cessata la guerra
ed eletta la Costituente per varare la nuova Costituzione
i nuovi partiti di massa vollero creare una nuova struttura
per la radiofonia in sostituzione dell'EIAR,
l'ente di stato che aveva fino ad allora gestito il
servizio. Con la creazione della RAI si fecero
da essa assorbire tutte le radio nate durante la guerra di
liberazione: oltre Radio Sardegna, Radio Bari, Radio Napoli,
etc.
In Sardegna – com'è testimoniato dall'opera
di Simona De Francisci pubblicata in uno dei Quaderni
della Fondazione culturale Sardinia esposto nella
mostra – ci fu una lunga battaglia politica che vide
impegnati quasi tutti i partiti di allora per tutelare l'autonomia
di Radio Sardegna.
Fu però una battaglia persa. Avvenne la centralizzazione,
ma la Radio – ormai diventata Radio Cagliari,
una delle tante sedi regionali della RAI – continuò
nella sua opera di valorizzazione della cultura specifica
della Sardegna. Commedie, canti tradizionali, poesia "in
limba", orchestre locali, solisti, dibattiti, approfondimenti
giornalistici etc. ebbero qui la loro ribalta.
Quando alla radio si aggiunse la televisione anche in questo
settore la Sardegna seppe dare il suo apporto ideativo e produttivo
fino alle recenti vicende che hanno in pratica ridotto al
minimo le struttura produttive, salvaguardando quasi esclusivamente
i servizi giornalistici. |